Kit IJN Battleship Nagato 1945 w/Metal Barrel Full Hull Model in scala 1/700 - Modello Aoshima. La Nagato è stata una corazzata della Marina Imperiale Giapponese, capoclasse della classe Nagato, costruita negli anni '20 e successivamente modernizzata. Fu una delle navi più potenti della sua epoca e svolse un ruolo significativo nella flotta giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1945, rappresentava una delle ultime grandi corazzate superstiti della Marina Imperiale, sebbene ormai superata dai progressi tecnologici. Caratteristiche tecniche (1945) Tipo: Corazzata. Classe: Nagato. Entrata in servizio: 1920 (modernizzata nel 1934-1936). Dislocamento: Circa 39.130 tonnellate a pieno carico. Lunghezza: 224,94 metri. Propulsione: 4 turbine a vapore Kampon alimentate da caldaie a olio combustibile. Potenza: 82.000 shp (60.000 kW). Velocità massima: 25 nodi (circa 46 km/h). Autonomia: 5.500 miglia nautiche a 16 nodi. Armamento (configurazione 1945) Artiglieria principale: 4 cannoni da 410 mm (16 pollici) in due torri binate. I cannoni erano tra i più potenti del mondo alla loro introduzione. Artiglieria secondaria: 18 cannoni da 140 mm (rimossi in parte durante la modernizzazione). Armamento antiaereo: 98 cannoni antiaerei da 25 mm. 4 cannoni da 127 mm a doppio scopo (antiaerei e antisuperficie). Velivoli: 1-2 idrovolanti da ricognizione lanciati tramite catapulta. Caratteristiche distintive Progettazione avanzata: La Nagato fu la prima corazzata al mondo a montare cannoni principali da 410 mm. Corazzatura: Massima protezione alla cintura: 305 mm. Ponte corazzato: fino a 127 mm. Torri fortemente corazzate per proteggere l'artiglieria. Modernizzazioni: Miglioramenti nella protezione, nella velocità e nell'armamento antiaereo durante gli anni '30. Ruolo nella Seconda Guerra Mondiale Prima fase del conflitto: La Nagato fu la nave ammiraglia dell'ammiraglio Isoroku Yamamoto durante l'attacco a Pearl Harbor, da cui fu trasmesso l'ordine di attacco. Successive operazioni: Durante la guerra, la Nagato operò principalmente come parte della flotta combinata giapponese, ma con un ruolo sempre più limitato a causa della superiorità navale e aerea alleata. 1945: Ridotta a una base galleggiante a causa della mancanza di carburante e dei danni subiti. Destino finale Alla fine della guerra, la Nagato fu l'unica corazzata giapponese sopravvissuta. Catturata dagli Alleati, fu utilizzata come nave bersaglio nei test nucleari dell'Operazione Crossroads a Bikini Atoll nel 1946. Sopravvisse al primo test (Able), ma affondò dopo il secondo test (Baker) a causa dei danni subiti. Sintesi La Nagato fu una delle corazzate più importanti e temute della sua epoca, rappresentando l'apice della progettazione navale giapponese negli anni '20. Sebbene obsoleta nel 1945, la sua storia riflette le fortune e le difficoltà della Marina Imperiale Giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale.
Kit Japanese Heavy Cruiser Maya 1944 Water Line Series No. 339 in scala 1/700 - Modello Aoshima. La Japanese Heavy Cruiser Maya (1944) era un incrociatore pesante appartenente alla Marina Imperiale Giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. Faceva parte della classe Takao, una delle più potenti e avanzate nella flotta giapponese. Nel 1944, Maya fu modificato per diventare una nave specializzata nella difesa antiaerea, perdendo parte del suo armamento principale a favore di una maggiore capacità di difesa contro attacchi aerei. Caratteristiche principali: Tipo: Incrociatore Pesante (modificato in unità antiaerea nel 1944) Classe: Takao Dislocamento: Circa 11.200 tonnellate standard Circa 15.000 tonnellate a pieno carico Lunghezza: 203 metri Larghezza: 20,4 metri Propulsione: Turbine a vapore con 4 eliche, per una potenza complessiva di 130.000 hp Velocità massima: 35 nodi Equipaggio: Circa 1.100 uomini Armamento originale (prima del 1944): Cannoni principali: 10 cannoni da 203 mm (4 torrette binate, 2 singole) Cannoni secondari: Cannoni da 127 mm Difesa antiaerea: Cannoni AA da 25 mm e 13,2 mm Siluri: Tubo lanciasiluri da 610 mm (Tipo 93 "Long Lance") Velivoli: Capacità di trasportare 3 idrovolanti da ricognizione Modifiche del 1944: In seguito agli sviluppi della guerra e alla crescente minaccia degli attacchi aerei alleati, Maya fu pesantemente modificata: Riduzione dell'armamento principale: Rimossi i due cannoni poppieri da 203 mm. Aumento della difesa antiaerea: Installati numerosi cannoni da 127 mm e mitragliatrici antiaeree da 25 mm, rendendola una nave specializzata nella difesa antiaerea. Modifiche strutturali: Cambiamenti per migliorare la stabilità e aumentare le munizioni per l'armamento AA. Capacità di siluri: I tubi lanciasiluri furono mantenuti, rendendola comunque pericolosa contro navi di superficie. Storia operativa: Costruzione: Varata nel 1930 e completata nel 1932, Maya servì durante gran parte della Seconda Guerra Mondiale. Battaglie principali: Operazioni nei mari del Pacifico, incluse battaglie navali chiave come quella del Mar delle Filippine. Affondamento: Il 23 ottobre 1944, durante la Battaglia del Golfo di Leyte, Maya fu colpita da siluri lanciati dal sommergibile statunitense USS Dace. Affondò rapidamente, causando la perdita di circa 336 membri dell'equipaggio. Sintesi finale: La Maya (1944) rappresentava un esempio della versatilità e dell'adattabilità della Marina Imperiale Giapponese nel rispondere alla minaccia degli attacchi aerei alleati. Originariamente concepita come un potente incrociatore pesante, fu trasformata in una piattaforma di difesa antiaerea per proteggere le unità principali della flotta. Nonostante i suoi miglioramenti, non riuscì a sopravvivere agli attacchi sempre più avanzati delle forze statunitensi.
Kit aereo Ki-100-II Type 5 Fighter Model 2 in scala 1/72 - Modello Aoshima. Il Ki-100-II Type 5 Fighter Model 2 era un aereo da caccia giapponese sviluppato dalla Kawasaki Aircraft Company durante la Seconda Guerra Mondiale. Rappresenta una variante migliorata del Ki-100, un caccia derivato dal Ki-61 Hien, progettato per affrontare le crescenti minacce alleate nell'ultimo periodo del conflitto. Caratteristiche principali Ruolo: Caccia intercettore e da superiorità aerea. Costruttore: Kawasaki Aircraft Company. Entrata in servizio: Fine del 1945 (prodotto in quantità limitate). Motore Tipo: Motore radiale Mitsubishi Ha-112-II Ru da 1.500 cavalli. Caratteristica principale: Dotato di un compressore centrifugo a due stadi per migliorare le prestazioni in alta quota. Dimensioni Apertura alare: 12 metri. Lunghezza: Circa 8,8 metri. Altezza: 3,6 metri. Peso A vuoto: 2.440 kg. Massimo al decollo: 3.800 kg. Prestazioni Velocità massima: Circa 610 km/h a 10.000 metri. Raggio d'azione: 2.200 km (con serbatoi supplementari). Tetto operativo: 12.000 metri. Armamento Cannoni: Due cannoni Ho-5 da 20 mm montati nelle ali. Mitragliatrici: Due mitragliatrici Ho-103 da 12,7 mm. Bombe: Capacità di trasportare fino a 500 kg di bombe per attacchi al suolo. Design e sviluppo Il Ki-100-II nasce come evoluzione del Ki-100 originale, che utilizzava un motore radiale invece del motore in linea raffreddato a liquido del Ki-61. La variante Model 2 introduce un compressore più avanzato, progettato per migliorare le prestazioni ad alta quota, rendendolo un caccia più efficace contro i bombardieri alleati come il B-29 Superfortress. Il design era semplice e robusto, con una fusoliera aerodinamica e un'ala progettata per garantire stabilità e manovrabilità. Era apprezzato dai piloti giapponesi per la sua affidabilità, facilità di volo e prestazioni competitive, nonostante le difficoltà dell'industria aeronautica giapponese negli ultimi anni di guerra. Utilizzo operativo Il Ki-100-II arrivò troppo tardi per essere prodotto in grandi quantità o influenzare significativamente il conflitto. Tuttavia, le poche unità disponibili dimostrarono di essere altamente efficaci contro i bombardieri e i caccia alleati, grazie alla loro eccellente manovrabilità e alla capacità di operare in alta quota. Sintesi Il Ki-100-II Type 5 Fighter Model 2 rappresenta uno degli ultimi tentativi dell'aviazione giapponese di sviluppare un caccia competitivo durante la Seconda Guerra Mondiale. Nonostante le sue prestazioni promettenti, la produzione limitata e l'arrivo tardivo ne ridussero l'impatto sul conflitto. Rimane un simbolo dell'ingegneria giapponese e dell'adattabilità alle difficili condizioni del tempo di guerra.
Kit moto Kawasaki ZR400C Zephyr X '03 w/Custom Parts in scala 1/12 - Modello Aoshima. La Kawasaki ZR400C Zephyr X (chi) del 2003 è una motocicletta naked di medie dimensioni prodotta per il mercato giapponese. Appartiene alla famosa serie Zephyr, nota per il suo design retrò che richiama le motociclette classiche degli anni '70, come la leggendaria Kawasaki Z1, ma con tecnologie moderne per garantire affidabilità e prestazioni. Caratteristiche tecniche principali Tipo di veicolo: Naked retrò. Motore: Quattro cilindri in linea, 4 tempi, raffreddato ad aria e olio. Cilindrata: 399 cc. Potenza massima: Circa 53 CV a 11.000 giri/min (a seconda delle specifiche del mercato). Coppia massima: Circa 37 Nm a 8.500 giri/min. Alimentazione: 4 carburatori Keihin CVK. Accensione elettronica (CDI). Trasmissione: Cambio manuale a 6 marce. Trasmissione finale a catena. Ciclistica: Telaio: Tubolare in acciaio, leggero e rigido. Sospensioni: Anteriore: Forcella telescopica con steli tradizionali. Posteriore: Doppio ammortizzatore regolabile. Freni: Anteriore: Disco singolo ventilato. Posteriore: Disco singolo. Ruote: Cerchi in lega da 17 pollici con pneumatici stradali. Dimensioni e peso: Peso a secco: Circa 195 kg. Altezza sella: Circa 780 mm. Capacità serbatoio: 15 litri. Velocità massima: Circa 180 km/h. Design e stile La Kawasaki Zephyr ? si distingue per il suo aspetto classico ma elegante, con dettagli moderni come: Serbatoio sagomato e decorato con loghi Kawasaki in stile vintage. Faro anteriore circolare e strumentazione analogica per richiamare l’era delle moto degli anni '70. Scarichi cromati a doppia uscita, un richiamo diretto alle linee retrò. Colori vivaci e finiture curate che enfatizzano il look classico ma raffinato. Target e utilizzo La ZR400C Zephyr ? è progettata per motociclisti che cercano una combinazione di: Look retrò: Richiama la tradizione delle moto classiche. Maneggevolezza: Adatta sia ai principianti che agli esperti, grazie alla sua ciclistica equilibrata. Affidabilità moderna: Perfetta per l’uso quotidiano o per i weekend fuori porta. Essendo pensata per il mercato giapponese, dove le cilindrate sotto i 400 cc sono popolari, questa moto offre un'ottima alternativa per chi desidera un mezzo pratico con un fascino senza tempo. Sintesi La Kawasaki ZR400C Zephyr ? '03 è una naked classica con un'anima moderna. Combina il fascino delle moto retrò con l'affidabilità e le prestazioni di una moto contemporanea. È ideale per chi desidera uno stile distintivo senza rinunciare alla praticità e alla facilità di guida.
Kit moto Kawasaki KZ750D Z750FX '79 Custom in scala 1/12 - Modello Aoshima. La Kawasaki KZ750D Z750FX, introdotta nel 1979, è una motocicletta giapponese di fascia alta progettata come parte della gamma Z di Kawasaki, che includeva modelli iconici come la Z900 e la Z1000. La versione Custom rappresenta una variante modificata o personalizzata di questo modello, caratterizzata da aggiornamenti estetici o funzionali che ne esaltano lo stile o le prestazioni rispetto al modello di serie. Caratteristiche tecniche della Kawasaki KZ750D Z750FX (1979) Tipo di veicolo: Motocicletta sportiva/naked di media cilindrata. Motore: Quattro cilindri in linea, 4 tempi. Cilindrata: 738 cc. Raffreddamento ad aria. Alimentazione: 4 carburatori Mikuni VM24. Potenza: Circa 74 CV a 9.000 giri/min. Coppia massima: 61 Nm a 7.500 giri/min. Trasmissione: Cambio manuale a 5 marce. Trasmissione finale a catena. Ciclistica: Telaio tubolare in acciaio, progettato per un'elevata rigidità. Sospensione anteriore: Forcella telescopica. Sospensione posteriore: Doppio ammortizzatore regolabile. Freni: Doppio disco all'anteriore e disco singolo al posteriore. Peso: Circa 240 kg (a secco). Velocità massima: Oltre 200 km/h. Caratteristiche distintive della versione Custom Una versione Custom della Z750FX del 1979 potrebbe includere modifiche come: Aggiornamenti estetici: Verniciature personalizzate o schemi di colore unici. Componenti cromati o in alluminio spazzolato. Sella personalizzata o riprogettata per maggiore comfort o stile. Modifiche alle prestazioni: Scarico aftermarket per migliorare il suono e aumentare leggermente la potenza. Miglioramenti al sistema di aspirazione, come filtri dell'aria ad alte prestazioni. Aggiornamenti al sistema di sospensioni per una guida più precisa. Componenti aftermarket: Manubri riposizionati (più alti o bassi) per adattarsi a stili di guida diversi. Indicatori, fari e strumentazione digitale di nuova generazione. Pneumatici più larghi o con battistrada moderno. Stile e ruolo della KZ750FX La Kawasaki KZ750FX è stata progettata per offrire un'esperienza di guida sportiva ma accessibile. Con un motore fluido e potente e un telaio ben bilanciato, era adatta sia per i motociclisti esperti che per chi desiderava una moto più prestante rispetto ai modelli entry-level. La versione Custom, spesso realizzata da appassionati o officine specializzate, aggiunge un tocco di unicità e personalizzazione, trasformando un classico degli anni '70 in un'opera unica, adattata ai gusti del proprietario o a specifiche esigenze di guida. Sintesi La Kawasaki KZ750D Z750FX '79 Custom è un'evoluzione personalizzata di una moto iconica degli anni '70, che combina prestazioni, stile e carattere vintage. È una scelta ideale per gli appassionati di motociclette classiche che desiderano un mezzo unico, capace di distinguersi sia su strada che negli incontri tra appassionati.
Kit moto Kawasaki KZ400M Z400GP '82 in scala 1/12 - Modello Aoshima. La Kawasaki KZ400M Z400GP è una motocicletta giapponese introdotta dalla Kawasaki nel 1982 come parte della sua popolare gamma di moto sportive e da turismo. La Z400GP è una variante della famiglia KZ/Z400, progettata per combinare prestazioni sportive e un design adatto anche a spostamenti quotidiani. Caratteristiche tecniche Tipo di veicolo: Motocicletta sportiva di media cilindrata. Motore: Bicilindrico in linea, 4 tempi. Raffreddato ad aria. Cilindrata: 398 cc. Alimentazione: Carburatori. Potenza: Circa 43 CV (a seconda del mercato). Coppia: Adeguata per una guida fluida sia in città che su strade extraurbane. Trasmissione: Cambio manuale a 6 marce. Trasmissione finale a catena. Ciclistica: Telaio tubolare in acciaio. Sospensione anteriore: Forcella telescopica. Sospensione posteriore: Doppio ammortizzatore regolabile. Freni: Disco singolo all'anteriore e tamburo al posteriore. Peso: Circa 180 kg (a secco). Velocità massima: Intorno ai 160 km/h. Caratteristiche distintive Design: Look sportivo tipico degli anni '80, con carenature ridotte e linee squadrate. Strumentazione analogica chiara e leggibile. Prestazioni: Ideale per motociclisti che cercano una moto versatile e affidabile, con una buona combinazione di potenza e maneggevolezza. Comfort: Sella progettata per offrire comfort anche su tragitti più lunghi. Posizione di guida sportiva ma non estrema, adatta a vari tipi di utilizzo. Ruolo e mercato La Z400GP è stata progettata per competere nel segmento delle motociclette di media cilindrata, un settore popolare tra motociclisti principianti ed esperti alla ricerca di una moto equilibrata e versatile. Fu apprezzata per la sua affidabilità, semplicità di manutenzione e costi contenuti, che la resero un'opzione interessante per chi desiderava un mezzo sportivo ma pratico. Sintesi La Kawasaki KZ400M Z400GP rappresenta un classico esempio di motocicletta giapponese degli anni '80, con un equilibrio tra prestazioni, stile e praticità. È stata particolarmente apprezzata per il suo motore robusto e la facilità di utilizzo, rendendola una scelta popolare tra i motociclisti di quell'epoca.
Kit Japanese Aircraft Carrier Katsuragi Water Line Series No. 224 in scala 1/700 - Modello Aoshima. La Japanese Aircraft Carrier Katsuragi era una portaerei leggera della Marina Imperiale Giapponese appartenente alla classe Unryu, progettata e costruita durante la Seconda Guerra Mondiale. La classe Unryu era una serie di portaerei più piccole e semplificate rispetto alle precedenti portaerei giapponesi, pensate per essere costruite rapidamente e con un utilizzo più economico di materiali e risorse, in un periodo in cui il Giappone cercava di compensare le pesanti perdite subite nella guerra del Pacifico. Caratteristiche principali: Tipo: Portaerei leggera Classe: Unryu Dislocamento: Circa 17.480 tonnellate a pieno carico Lunghezza: 227 metri Larghezza: 22 metri Propulsione: 2 turbine a vapore alimentate da 4 caldaie, per una potenza complessiva di 65.000 hp Velocità massima: 32 nodi Equipaggio: Circa 1.600 uomini Capacità di velivoli: Fino a 48 aerei (incluse riserve) Armamento: Artiglieria principale: 12 cannoni da 127 mm (in sei torrette binate), utilizzati sia per difesa aerea che contro bersagli di superficie. Difesa antiaerea: Numerosi cannoni antiaerei da 25 mm montati in installazioni singole, binate e triple. Velivoli: Aerei da caccia, bombardieri e siluranti, che includevano modelli come il Mitsubishi A6M Zero, il Nakajima B6N Tenzan, e il Aichi D3A Val. Storia operativa: Costruzione: Ordinata nel 1942, la Katsuragi fu varata nel 1944 e completata nello stesso anno. Tuttavia, a causa delle crescenti difficoltà del Giappone nel fornire piloti addestrati e carburante, non partecipò mai a operazioni belliche significative. Utilizzo limitato: La Katsuragi fu impiegata principalmente come nave per il trasporto di aerei e rifornimenti verso basi avanzate, a causa delle perdite devastanti subite dalle portaerei giapponesi durante il conflitto. Condizioni nel 1945: Durante i bombardamenti alleati sul Giappone, la Katsuragi subì danni significativi mentre si trovava nei cantieri navali. Nonostante ciò, rimase a galla fino alla fine della guerra. Destino postbellico: Dopo la resa giapponese, la Katsuragi fu utilizzata per rimpatriare i soldati giapponesi dalle colonie e dai territori occupati. Successivamente, nel 1947, fu smantellata. Sintesi finale: La Katsuragi rappresenta gli sforzi disperati del Giappone di costruire rapidamente portaerei alla fine della Seconda Guerra Mondiale per contrastare le forze alleate. Sebbene tecnicamente avanzata per il suo tempo, la nave non fu mai impiegata in battaglie significative a causa della carenza di risorse e piloti qualificati. Dopo la guerra, svolse un ruolo cruciale nel rimpatrio dei soldati giapponesi prima di essere smantellata.
Kit Japanese Gunboat Uji Water Line Series No. 552 in scala 1/700 - Modello Aoshima. La Japanese Gunboat Uji era una cannoniera della Marina Imperiale Giapponese, utilizzata principalmente per pattugliamento costiero, scorta e supporto operativo durante la prima metà del XX secolo. La nave esisteva in due versioni principali, costruite in periodi diversi, con ruoli significativi nelle operazioni navali del Giappone. Versione 1: Uji (classe Atami, costruzione 1920) Costruzione: Lanciata negli anni '20 come parte della classe Atami, progettata per missioni di pattugliamento costiero e controllo delle acque territoriali. Ruolo operativo: Impiegata principalmente per garantire sicurezza nelle acque giapponesi e coloniali durante il periodo prebellico. Caratteristiche principali: Armamento: Cannoni navali di piccolo calibro e mitragliatrici per autodifesa. Propulsione: Motori a vapore che garantivano una velocità modesta. Compiti principali: Scorta di convogli, protezione di porti e attività di ricognizione. Versione 2: Uji (costruzione 1940 - seconda guerra mondiale) Classe: Apparteneva alla classe Hashidate di cannoniere di nuova generazione, costruite per rafforzare la flotta durante la Seconda Guerra Mondiale. Caratteristiche principali: Dislocamento: Circa 1.000 tonnellate. Armamento: Equipaggiata con cannoni navali di calibro medio, mitragliatrici antiaeree e cariche di profondità per la guerra antisommergibile. Velocità: Circa 20 nodi. Ruolo operativo: Pattugliamento nelle acque cinesi e sud-est asiatiche, scorta di convogli, supporto costiero e operazioni di controguerriglia. Storia operativa: La cannoniera Uji fu attiva durante la Seconda Guerra Mondiale, con missioni principalmente di supporto logistico e pattugliamento nelle aree del Pacifico e dell'Asia orientale. Dopo la guerra, l'unità sopravvissuta fu ceduta alla Repubblica di Cina, dove continuò a servire sotto la marina taiwanese. Sintesi finale: La Japanese Gunboat Uji rappresentava una componente fondamentale della Marina Imperiale Giapponese, con un ruolo chiave nelle operazioni di pattugliamento e scorta. Il suo utilizzo in periodi di conflitto e il trasferimento post-bellico riflettono la flessibilità e la durabilità di queste navi nella storia navale del Giappone.
Kit Japanese Gunboat Hashidate Water Line Series No. 553 in scala 1/700 - Modello Aoshima. La Japanese Gunboat Hashidate era una cannoniera della Marina Imperiale Giapponese, appartenente alla classe Suma, costruita nel tardo XIX secolo. Era una delle unità della flotta giapponese durante il periodo Meiji, progettata principalmente per pattugliamento costiero e operazioni di supporto. Ecco alcune informazioni principali: Caratteristiche principali: Tipo: Cannoniera Costruzione: Parte di una serie di navi progettate per integrare le capacità navali della Marina Imperiale Giapponese in un'epoca di modernizzazione accelerata. Ruolo operativo: Pattugliamento, scorta, supporto costiero e protezione delle acque territoriali giapponesi. Servizio: La Hashidate prese parte a diverse operazioni minori, principalmente legate alla protezione degli interessi giapponesi nella regione. Anche se non fu coinvolta in scontri di rilievo, la sua presenza dimostrava l'impegno del Giappone nel consolidare la propria flotta navale come forza regionale dominante. Storia e contesto: La nave prende il nome dal famoso luogo storico e geografico Amanohashidate, una delle "Tre vedute del Giappone" (Nihon Sankei), noto per la sua bellezza naturale. Il nome era simbolico e inteso a evocare orgoglio nazionale e senso di protezione del territorio.
Kit Japanese Battleship Fuso 1944 w/Metal Barrel Full Hull Model in scala 1/700 - Modello Aoshima. La Fuso è stata una nave da battaglia della Marina Imperiale Giapponese, appartenente alla classe omonima. Costruita nei primi anni del XX secolo, è una delle prime corazzate moderne del Giappone, caratterizzata da un potente armamento e un design unico. Durante la sua carriera operativa, ha subito diverse modifiche, culminando nella configurazione del 1944, impiegata durante la Seconda Guerra Mondiale. Caratteristiche tecniche (1944) Tipo: Corazzata. Classe: Fuso. Entrata in servizio: 1915 (modernizzata nel 1930 e nel 1940). Dislocamento: Circa 39.154 tonnellate a pieno carico. Lunghezza: 212 metri. Propulsione: 4 turbine a vapore a ingranaggi. 6 caldaie Kampon a olio combustibile. Potenza: 75.000 shp (55.930 kW). Velocità massima: 24,7 nodi (circa 45,7 km/h). Autonomia: 11.800 miglia nautiche a 16 nodi. Armamento (configurazione 1944) Artiglieria principale: 6 torri binate con cannoni da 356 mm (14 pollici) (12 cannoni in totale). Disposte in una configurazione lineare unica. Artiglieria secondaria: 14 cannoni da 152 mm. Armamento antiaereo: 89 cannoni antiaerei di varie dimensioni (inclusi da 25 mm e 127 mm). Siluri: 6 tubi lanciasiluri subacquei da 533 mm. Caratteristiche distintive Design della sovrastruttura: Torre di comando "a pagoda", tipica delle navi giapponesi modernizzate negli anni '30. Questa struttura era progettata per ospitare apparati di controllo del tiro e di comunicazione. Corazzatura: Spessore massimo della cintura: 305 mm. Ponte corazzato: fino a 114 mm. Torri e barbette fortemente corazzate. Velivoli: La nave era equipaggiata con una catapulta per il lancio di idrovolanti da ricognizione. Ruolo nella Seconda Guerra Mondiale La Fuso ha partecipato principalmente come supporto navale nelle operazioni della Marina Imperiale Giapponese. Nonostante la sua potenza, le sue limitazioni in velocità e protezione la resero meno competitiva rispetto alle moderne navi da battaglia. Nel 1944, la Fuso prese parte alla Battaglia del Golfo di Leyte, nello specifico alla Battaglia dello Stretto di Surigao, dove fu gravemente colpita da siluri e affondata dalle forze statunitensi. Il destino della nave è avvolto da incertezze, ma si ritiene che sia esplosa o si sia spezzata in due prima di affondare. Sintesi La Fuso rappresenta un'epoca di transizione nella progettazione navale giapponese, unendo caratteristiche innovative a limitazioni tipiche delle prime corazzate. Nonostante la sua tragica fine, la sua eredità vive come simbolo della potenza navale giapponese e delle sfide affrontate dalla Marina Imperiale durante la Seconda Guerra Mondiale.
Kit Sottomarino Giappones Water Line Series No. 431 in scala 1/700 - Modello Aoshima. I sottomarini I-1 e I-6 erano unità della Marina Imperiale Giapponese costruite negli anni '20 e '30, progettati per missioni a lungo raggio e multifunzione, inclusa la ricognizione, il trasporto e l'attacco. Entrambi facevano parte della classe Junsen (tipo speciale), che era caratterizzata da dimensioni maggiori rispetto ai sottomarini tradizionali, con capacità operative avanzate. Sottomarino I-1 Caratteristiche tecniche: Tipo: Sottomarino Junsen I Modificato (J1M). Dislocamento: 2.135 tonnellate (in superficie), 2.791 tonnellate (in immersione). Lunghezza: 98,6 metri. Propulsione: Motori diesel e motori elettrici, con una velocità massima di 18 nodi in superficie e 8 nodi in immersione. Armamento: 6 tubi lanciasiluri da 533 mm. 1 cannone da 140 mm. Equipaggio: Circa 60 uomini. Ruolo e utilizzo: Ricognizione: Progettato per raccogliere informazioni e trasportare squadre di sbarco. Trasporto speciale: Modificato durante la guerra per il trasporto di truppe e rifornimenti alle isole controllate dal Giappone. Storia operativa: Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'I-1 venne utilizzato per missioni di rifornimento e attacco. Fu affondato nel gennaio 1943 vicino a Guadalcanal dopo essere stato attaccato da cacciatorpediniere neozelandesi. Sottomarino I-6 Caratteristiche tecniche: Tipo: Sottomarino Junsen I. Dislocamento: Simile all'I-1, con piccole variazioni nei sistemi di bordo. Lunghezza: 97,7 metri. Armamento: Tubazioni e armamenti simili a quelli dell'I-1. Ruolo e utilizzo: Missioni di ricognizione e attacchi siluranti. Effettuava supporto per le principali forze navali e contribuiva alla raccolta di dati per la pianificazione strategica. Storia operativa: L'I-6 partecipò a numerose operazioni durante il conflitto, incluso il supporto alle flotte giapponesi nelle prime fasi della guerra. Fu perso in circostanze poco chiare nel 1944. Sintesi Gli I-1 e I-6 rappresentano la fase iniziale dello sviluppo di sottomarini d'attacco e multifunzione della Marina Imperiale Giapponese. Questi battelli furono usati sia per missioni militari dirette che per il supporto logistico, dimostrando l'adattabilità del progetto Junsen. Tuttavia, la crescente superiorità alleata e i miglioramenti nella tecnologia antisommergibile portarono alla loro fine, segnando il declino della strategia giapponese basata sui sottomarini a lungo raggio.
Kit Smit Nederland World Ship Series No.1 in scala 1/200 - Modello Aoshima. La Smit Nederland è un famoso rimorchiatore d'altura costruito nel 1979 nei cantieri olandesi di De Merwede, parte della flotta della compagnia di rimorchio marittimo e salvataggio Smit International, leader mondiale nel settore. Questo rimorchiatore è celebre per la sua potenza e versatilità, progettato per operazioni di rimorchio e salvataggio in alto mare in condizioni estremamente difficili. Caratteristiche tecniche Tipo: Rimorchiatore d'altura (Ocean Tug). Dislocamento: Circa 1.750 tonnellate. Dimensioni: Lunghezza: 52,78 metri. Larghezza: 12,50 metri. Pescaggio: 5,55 metri. Propulsione: Due motori diesel Werkspoor. Potenza complessiva: circa 8.000 cavalli (6.000 kW). Velocità massima: 15 nodi. Capacità di tiro (bollard pull): 120 tonnellate, una delle più elevate per i rimorchiatori dell'epoca. Ruolo e utilizzo La Smit Nederland è stata progettata per una vasta gamma di operazioni, tra cui: Rimorchio d'altura: Assistenza a grandi navi come petroliere, navi da carico e piattaforme petrolifere. Salvataggio e soccorso marittimo: Operazioni di recupero in situazioni di emergenza. Assistenza portuale: Supporto alle operazioni di attracco e manovra. Interventi ambientali: Operazioni di contenimento e recupero di inquinamento da idrocarburi. Importanza storica La Smit Nederland ha rappresentato un'eccellenza tecnologica nella flotta dei rimorchiatori della sua epoca. La nave ha preso parte a numerosi interventi di salvataggio e rimorchio, spesso in condizioni meteorologiche estreme. Ha contribuito alla fama della compagnia Smit International, che ha una lunga tradizione nei settori del rimorchio, del salvataggio e delle operazioni offshore. Sintesi La Smit Nederland è un simbolo di potenza e affidabilità nei rimorchiatori d'altura. La sua robustezza e versatilità ne hanno fatto una delle navi più conosciute nel settore del rimorchio e del salvataggio marittimo. Il suo contributo al trasporto marittimo globale e alle operazioni di emergenza ne sottolinea l'importanza storica e tecnica.
Kit auto Pagani Zonda C12S '00 in scala 1/24 - Modello Aoshima. La Pagani Zonda C12S '00 è una supercar italiana di lusso prodotta dalla Pagani Automobili, una casa automobilistica nota per la sua attenzione maniacale ai dettagli, le prestazioni estreme e il design innovativo. La Zonda C12S rappresenta un'evoluzione del modello originale Zonda C12, offrendo prestazioni ancora più elevate e un'estetica raffinata. Caratteristiche tecniche Motore: Tipo: V12 aspirato. Origine: Mercedes-AMG. Cilindrata: 7.0 litri. Potenza: 550 CV (circa 410 kW). Coppia massima: 750 Nm. Prestazioni: Velocità massima: Oltre 335 km/h. Accelerazione 0-100 km/h: Circa 3,7 secondi. Trasmissione: Cambio manuale a 6 marce. Trazione posteriore. Telaio e struttura: Telaio monoscocca in fibra di carbonio e titanio per un peso ridotto e un'elevata rigidità. Peso complessivo: Circa 1.280 kg. Freni: Freni a disco ventilati in acciaio con opzione ceramica per maggiore efficienza in pista. Design e interni Estetica: Linee aerodinamiche futuristiche con dettagli curati a mano. Le caratteristiche distintive includono fari circolari e lo scarico quadruplo centrale. Ampio utilizzo di fibra di carbonio sia per il telaio che per elementi estetici. Interni: L'abitacolo è un capolavoro artigianale, con pelle di alta qualità, alluminio lavorato e dettagli in fibra di carbonio. Strumentazione ispirata all'aviazione, con un mix di design classico e moderno. Ruolo e importanza La Pagani Zonda C12S '00 è una vettura iconica che ha consolidato la reputazione della Pagani come uno dei costruttori di hypercar più esclusivi al mondo. È stata progettata per combinare lusso, arte e prestazioni in un pacchetto che rappresenta il massimo della personalizzazione e della cura artigianale. La C12S, in particolare, ha dimostrato che una vettura artigianale poteva competere con le migliori supercar di marchi consolidati come Ferrari, Lamborghini e Porsche. Sintesi La Pagani Zonda C12S '00 è un'opera d'arte su quattro ruote, progettata per offrire un'esperienza di guida unica. Con il suo potente motore V12 AMG, il design aerodinamico e gli interni lussuosi, rappresenta l'eccellenza dell'ingegneria e dell'artigianato italiano. È una delle vetture più amate e ricercate dai collezionisti e dagli appassionati di auto sportive di lusso.
Kit auto Pagani Huayra in scala 1/24 - Modello Aoshima. La Pagani Huayra è una hypercar di lusso prodotta dalla casa automobilistica italiana Pagani Automobili, famosa per il suo design innovativo, prestazioni straordinarie e un'attenzione maniacale ai dettagli. Presentata per la prima volta nel 2011 come successore della Pagani Zonda, la Huayra prende il nome da Wayra Tata, il dio del vento nella mitologia Inca, a simboleggiare la sua aerodinamica avanzata e la velocità mozzafiato. Caratteristiche tecniche Motore: Tipo: V12 biturbo sviluppato da Mercedes-AMG. Cilindrata: 6.0 litri. Potenza: 730 CV (552 kW) nella versione base, oltre 800 CV nelle versioni speciali come la Huayra BC. Coppia massima: 1.000 Nm. Prestazioni: Velocità massima: Circa 370 km/h. Accelerazione 0-100 km/h: Circa 3,2 secondi. Trasmissione: Cambio sequenziale a 7 velocità con frizione singola per ridurre il peso. Trazione posteriore. Aerodinamica attiva: La Huayra dispone di flap mobili integrati nella carrozzeria per ottimizzare l'aerodinamica in base alla velocità, alle condizioni di guida e alle necessità di frenata. Peso: Grazie al telaio in fibra di carbonio-titanio, il peso complessivo è di circa 1.350 kg. Design e interni Estetica: Linee fluide e organiche progettate per massimizzare l’efficienza aerodinamica. Porte ad "ali di gabbiano" che conferiscono un aspetto futuristico. Scarico quadruplo centrale, firma distintiva di Pagani. Interni: Un mix di lusso artigianale e tecnologia avanzata. Materiali pregiati come pelle, fibra di carbonio e alluminio lavorato. Strumentazione ispirata all’orologeria, con quadranti analogici di alta qualità. Versioni speciali Huayra BC: Modello ancora più performante e leggero, dedicato al collezionista Benny Caiola. Potenza incrementata a 800 CV. Carrozzeria e aerodinamica ulteriormente ottimizzate per uso in pista. Huayra Roadster: Versione decappottabile con un telaio ancora più leggero e rigido. Huayra R: Variante estrema per pista con un motore aspirato da 850 CV sviluppato specificamente per il modello. Ruolo e importanza La Pagani Huayra rappresenta l'apice dell'ingegneria e dell’artigianato automobilistico italiano. Coniuga prestazioni di livello mondiale, estetica senza pari e un'esperienza di guida unica. La sua produzione limitata e l'elevato livello di personalizzazione la rendono una delle vetture più esclusive al mondo. Sintesi La Pagani Huayra è una hypercar che unisce prestazioni mozzafiato, design aerodinamico e lusso artigianale in un'auto simbolo di eccellenza. Con il suo motore V12 AMG e l'aerodinamica attiva, offre un’esperienza di guida straordinaria e rappresenta una delle creazioni più prestigiose nel mondo delle auto sportive di lusso.
Kit Japanese Aircraft Carrier Amagi Water Line Series No. 225 in scala 1/700 - Modello Aoshima. Japanese Aircraft Carrier Amagi La portaerei Amagi era una nave della Marina Imperiale Giapponese pianificata durante la Seconda Guerra Mondiale come parte del programma di costruzione di portaerei di emergenza. Faceva parte della classe Unryu, progettata per essere una variante più semplice e rapida da costruire rispetto alle portaerei precedenti, come la Shokaku e la Taiho. Tuttavia, l’Amagi non entrò mai in servizio attivo, essendo stata danneggiata irreparabilmente prima del completamento. Caratteristiche principali Tipo: Portaerei. Classe: Unryu. Costruttore: Yokosuka Naval Arsenal. Impostazione: 1° ottobre 1942. Varo: 15 ottobre 1943. Stato: Gravemente danneggiata durante un attacco aereo americano il 28 luglio 1945 e successivamente demolita. Specifiche tecniche Dislocamento: Circa 20.450 tonnellate (a pieno carico). Lunghezza: 227 metri. Larghezza: 22 metri. Pescaggio: 7,9 metri. Propulsione: 4 turbine a vapore. 8 caldaie Kampon. Potenza: 152.000 cavalli. Velocità massima: 34 nodi. Autonomia: 8.000 miglia nautiche a 18 nodi. Capacità di velivoli Numero di aerei: Fino a 65 velivoli, incluse versioni del Mitsubishi A6M Zero, Nakajima B6N Tenzan e Yokosuka D4Y Suisei. Armamento 12 cannoni da 127 mm. 31 cannoni antiaerei da 25 mm Type 96 (disposti in varie configurazioni). Storia operativa Costruzione e progettazione: L’Amagi fu concepita come una portaerei "d'emergenza", semplificando il design per accelerarne la costruzione. Tuttavia, problemi logistici e la carenza di materiali durante la fase finale della guerra ne ritardarono il completamento. Danni e distruzione: Prima che l’Amagi potesse essere completata, fu bersagliata da attacchi aerei americani durante la campagna di bombardamenti sul Giappone. Il 28 luglio 1945, venne gravemente colpita a Kure e rovesciata a causa dei danni subiti. Destino finale: Dopo la guerra, il relitto dell’Amagi fu recuperato e demolito tra il 1946 e il 1947. Sintesi La portaerei Amagi rappresenta un esempio delle difficoltà affrontate dal Giappone durante la fase finale della Seconda Guerra Mondiale, quando la scarsità di risorse e il dominio aereo alleato resero difficile completare nuove unità navali. Sebbene non abbia mai preso parte a operazioni belliche, la sua costruzione e la sua distruzione testimoniano gli sforzi disperati della Marina Imperiale Giapponese per mantenere la sua capacità offensiva durante il conflitto.
Kit Japanese Navy Heavy Cruiser IJN Maya (1944) Ironclad Series - Updated Edition - Modello Aoshima. La Maya era un incrociatore pesante della Marina Imperiale Giapponese, appartenente alla classe Takao, una delle più avanzate e potenti progettate dal Giappone prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Entrata in servizio nel 1932, subì modifiche significative durante il conflitto, trasformandosi in una nave specializzata nel supporto antiaereo entro il 1944. Caratteristiche principali Tipo: Incrociatore pesante. Classe: Takao. Costruttore: Arsenale navale di Kawasaki a Kobe, Giappone. Impostazione: 4 dicembre 1928. Varo: 8 novembre 1930. Entrata in servizio: 30 giugno 1932. Destino: Affondata il 23 ottobre 1944 durante la Battaglia del Golfo di Leyte. Specifiche tecniche (1944) Dislocamento: Circa 13.350 tonnellate (standard), 15.875 tonnellate (a pieno carico). Lunghezza: 203,8 metri. Larghezza: 20,4 metri. Pescaggio: 6,32 metri. Propulsione: 4 turbine a vapore. 12 caldaie Kampon. Potenza: 133.000 cavalli. Velocità massima: 35,25 nodi. Autonomia: 8.500 miglia nautiche a 14 nodi. Armamento Prima del 1944: 10 cannoni da 203 mm (5 torrette binate). 8 cannoni da 127 mm. 12 tubi lanciasiluri da 610 mm (siluri Type 93 "Long Lance"). Modifiche nel 1944 (specializzazione antiaerea): Riduzione delle torrette principali a 4 (8 cannoni da 203 mm). Incremento delle armi antiaeree: 13 cannoni da 127 mm e 62 cannoni antiaerei da 25 mm Type 96. 4 lanciatori di bombe di profondità. Equipaggio Circa 1.105 uomini (aumentati nel 1944 con l'installazione di armi antiaeree aggiuntive). Storia operativa Primi anni di servizio:La Maya fu impiegata in operazioni navali standard, inclusi esercitazioni e pattugliamenti pre-bellici. Durante il conflitto con la Cina, supportò operazioni di bombardamento e trasporto truppe. Seconda Guerra Mondiale: Partecipò alla Battaglia delle Isole Aleutine (1942) e al raid su Colombo e Trincomalee (1942). Fu danneggiata durante la Battaglia del Mare di Bismarck nel marzo 1943. Subì una trasformazione significativa nel 1944, diventando una nave di supporto antiaereo per proteggere le portaerei della Marina Imperiale. Affondamento:La Maya fu colpita da quattro siluri lanciati dal sommergibile americano USS Dace il 23 ottobre 1944, durante la Battaglia del Golfo di Leyte. Affondò rapidamente con la perdita di oltre 336 uomini, mentre 769 membri dell'equipaggio furono salvati da altre navi giapponesi. Sintesi La IJN Maya, inizialmente concepita come un potente incrociatore pesante, rappresenta l'adattamento della Marina Imperiale Giapponese alle esigenze mutevoli del conflitto. Le sue modifiche del 1944 evidenziano lo spostamento della strategia giapponese verso la protezione delle unità principali dalla crescente minaccia aerea americana. Nonostante il suo aggiornamento, la Maya non sopravvisse al conflitto, affondando durante una delle più grandi battaglie navali della storia, il Golfo di Leyte, segnando la fine di un'epoca per la Marina giapponese.
Kit auto Toyota GB Supra / White Metallic in scala 1/32 - Modello Aoshima. La Toyota GB Supra è una versione speciale della Toyota Supra, un'iconica auto sportiva prodotta dalla casa automobilistica giapponese Toyota. Il nome "GB" sta probabilmente a indicare una variante specifica destinata al mercato britannico (Great Britain) o a un'edizione limitata, creata per celebrare un evento o una collaborazione speciale. Caratteristiche generali della Toyota Supra: Modello di base: La Toyota Supra è conosciuta per le sue prestazioni sportive, il design elegante e la sua popolarità sia tra gli appassionati di auto sportive sia nel mondo del tuning. Motorizzazione: Il motore della Supra di ultima generazione è generalmente un motore a 6 cilindri in linea turbo da 3.0 litri, capace di erogare una potenza elevata, oppure una versione a 4 cilindri turbo più economica ma ancora performante. Prestazioni: La Supra è famosa per la sua potenza, con accelerazioni rapide e una velocità massima che la rende competitiva con altre auto sportive del segmento. Design: La carrozzeria della Supra è caratterizzata da linee aerodinamiche, un profilo ribassato e un design aggressivo, che la rende riconoscibile e apprezzata da molti. Toyota GB Supra: Se si tratta di una versione specifica, come suggerito dal suffisso "GB", potrebbe includere: Dettagli di design esclusivi: Colori, interni o finiture personalizzate. Modifiche meccaniche: Potrebbe essere dotata di miglioramenti specifici alle prestazioni, sospensioni o frenata, rispetto alla versione standard. Edizione limitata: Può essere prodotta in quantità limitate, rendendola un modello esclusivo per collezionisti o appassionati di auto di nicchia. Questa versione potrebbe essere stata pensata per un pubblico particolare, come quello del Regno Unito, o per commemorare una particolare collaborazione o evento.
1/12 Z50J Monkey '78 Custom Takegawa Ver.1La Honda Monkey è una mini moto del produttore giapponese Honda nata nel 1961 sotto il tipo Z100. Monta un motore monocilindrico 4 tempi da 49 cc . Il suo peso è di circa 40 kg e le sue ridotte dimensioni ne consentono il trasporto nel bagagliaio di un'auto.La maggior parte delle scimmie ha lo stesso motore del Dax e di altri modelli del marchio (SS 50, C50, Chaly ...)La Monkey è ancora prodotta nel 2014 1 , ma solo per il Giappone e alcuni paesi asiatici.Dal 2018 una versione 125 cc del Monkey viene ricommercializzata in tutto il mondo.
1/24 Pagani Zonda F 2005La Pagani Zonda è una automobile Gran Turismo a motore centrale prodotta in Italia dalla Pagani Automobili tra il 1999 e il 2010. Ne sono state prodotte circa una decina di versioni differenti per un totale di 140 esemplari. Il nome deriva da un forte vento caldo che soffia nelle pampas argentine.
1/12 Honda Z50J Gorilla '78 Custom Takegawa Ver.1Monkey Bike era una linea di minimoto prodotta da Honda che ha un numero di modello che inizia con la lettera Z. La moto divenne nota come una moto scimmia perché la maggior parte delle persone sembrava grande rispetto alla moto molto piccola: gli spettatori ha descritto i motociclisti come una scimmia sulla minuscola minimoto.
1/12 Honda CB400 Four-I·II '76La CB 400 Four era una motocicletta prodotta dalla Honda. Dopo avere introdotto, nel 1969, la CB 750 Four la Honda fece seguire dei motori, sempre a quattro cilindri 4 tempi, di minore cilindrata quali: il 350 cm³ (CB 350 Four), il 500 cm³ (CB 500 Four), e il modello da 408 cm³.
1/12 Honda AC16 Ape 2006La Honda Ape è una minimoto venduta nel mercato giapponese . Anche se tecnicamente classificata come minimoto grazie al suo telaio piccolo e ai motori da 50 cc o 100 cc, la sua altezza la rende guidabile per un adulto. L'Ape monta motori a quattro tempi e trasmissioni a cinque marce.A volte è classificata come una Monkey Bike insieme alla Honda Monkey e alla Honda Gorilla .
1/24 Pagani Huayra Pachetto TempestaPagani Huayra per un'auto sportiva italiana presentata al pubblico per la prima volta nel 2011 al Salone di Ginevra. La sua produzione in serie è iniziata nello stesso anno ed è durata fino al 2018. Durante questo periodo sono state prodotte solo 100 copie di questa supercar. Produckaj era concentrato nella città di Modena in Italia.Il design della Pagani Huayra è in gran parte basato sul suo predecessore, la Zonda. Rispetto al predecessore, non differisce molto nello stile, ma molto chiaramente nell'unità propulsiva, ovvero il motore Mercedes-AMG Twin-Tube V12 da 730 CV, posizionato centralmente. Huayra utilizza anche un cambio diverso. Le prestazioni dell'auto sono fantastiche: la velocità massima è di 378 km/h e l'accelerazione da 0 a 100 km/h è di 3,3 secondi! Nel 2017 è apparsa una versione limitata della roadster con un peso a vuoto inferiore e un motore ancora più potente. Il costo di una singola Pagani Huayra è stimato in 1,05 milioni di euro.
1/24 Lamborghini Murcielago R-SV 2010La Lamborghini Murcielago è un'auto sportiva italiana presentata al pubblico per la prima volta nel 2001 al Salone di Francoforte. La sua produzione in serie è durata dal 2001 al 2010 e ha portato alla realizzazione di circa 4.100 vetture di questo modello. La produzione è stata concentrata in uno stabilimento nella città di Sant'Agata Bolognese, in Italia.Il modello Murcielago è stato sviluppato per sostituire il modello Diablo di Lamborghini e il suo designer principale era Luc Dockerwolke. Rispetto al suo predecessore, il nuovo modello ha ricevuto uno stile della carrozzeria notevolmente cambiato, in particolare la sua parte anteriore. Anche il design degli interni dell'abitacolo è cambiato. Il propulsore era ancora un 12 cilindri, ma generava in varie varianti una maggiore potenza massima. Anche gli elementi in fibre di carbonio sono stati utilizzati su scala molto più ampia. Diverse varianti dei modelli base sono state realizzate nel corso della produzione, come ad esempio: LP 640, LP670 Super Volce o LP650 Roadster. L'auto, a seconda della versione, è in grado di accelerare fino a 342 km/h, e l'accelerazione da 0 a 100 km/h varia da 3,2 a 3,8 secondi!
1/24 Lamborghini Huracan PerformanteLa Lamborghini Huracán è un'automobile sportiva di lusso prodotta dalla casa italiana Automobili Lamborghini. Erede della Gallardo ha debuttato ufficialmente al Salone di Ginevra 2014. La Huracán combina prestazioni di elevato livello con facilità di guida insieme a una tecnologia innovativa. La Huracán viene prodotta nello stabilimento Lamborghini a Sant'Agata Bolognese. Le consegne ai primi clienti sono iniziate nella primavera del 2014. Nel 2016 ha debuttato la versione spider.
1/700 Water Line Series No. 537 Japanese Naval Planes Includes 9 E15K Shiun "Norm" & 6 E16A Zuiun "Paul" Floatplanes.Molto spesso, la data di nascita dell'aviazione navale nella Marina Imperiale Giapponese (IJN in breve, giapponese Nippon Kaigun) è il 16 marzo 1923, quando il tenente Sunishi Kira atterrò nel suo aereo a bordo della portaerei Hosho, che peraltro entrò servizio un anno prima (1922). Va aggiunto, però, che nel corso degli anni '20 molti ufficiali della marina giapponese videro le portaerei come sostenitrici di corazzate e corazzate, tenendo presente il grande successo dell'ammiraglio Heihachiro Togo a Tsushima nel 1905. Anche il livello tecnico dell'allora velivolo di bordo giapponese non era il più alto. Tuttavia, questo stato di cose iniziò a cambiare negli anni '30 del 20 ° secolo, tra gli altri, a causa del successivo ammiraglio Isoroku Yamamoto, che percepì l'arma principale nella guerra navale nelle portaerei. Fu un forte sostenitore dello sviluppo dell'aviazione di bordo giapponese, che si tradusse nella costruzione o nell'ammodernamento di navi come Kaga, Akagi, Hiryu, Soryu e Zuikaku. Inoltre, le strutture aeronautiche giapponesi non solo raggiunsero i leader mondiali, ma iniziarono a stabilirne gli standard, incluso il famoso caccia Mitsubishi A6M Zeke o il siluro Nakajima B5N Kate. Questo intenso sviluppo portò al fatto che quando scoppiò la guerra nel Pacifico, l'IJN aveva 10 portaerei, su cui erano basate oltre 500 macchine di bordo, con equipaggi ben addestrati. I primi mesi di lotta nel Pacifico hanno mostrato quanto fosse pericolosa quest'arma. Va ricordato, però, che già durante quella guerra, l'IJN ebbe notevoli problemi, ad esempio, per sostituire l'aereo A6M Zeke su larga scala o per introdurre un successore di linea B5N di successo, ovvero il siluro B6N Tenzen. Inoltre, il processo di addestramento dei piloti di mare si è rivelato imperfetto ed è stato distanziato dalle soluzioni utilizzate nella Marina degli Stati Uniti.
1/24 LB-WORKS Lamborghini Huracan Ver.2La Lamborghini Huracán è un'automobile sportiva di lusso prodotta dalla casa italiana Automobili Lamborghini. Erede della Gallardo ha debuttato ufficialmente al Salone di Ginevra 2014. La Huracán combina prestazioni di elevato livello con facilità di guida insieme a una tecnologia innovativa. La Huracán viene prodotta nello stabilimento Lamborghini a Sant'Agata Bolognese. Le consegne ai primi clienti sono iniziate nella primavera del 2014. Nel 2016 ha debuttato la versione spider.
1/24 Lamborghini Aventador RoadsterLa Lamborghini Aventador è un'autovettura sportiva costruita dalla casa automobilistica italiana Lamborghini. Presentata nel marzo del 2011 al salone dell'automobile di Ginevra, è stata prodotta fino a settembre 2022.Il modello Aventador è stato sviluppato per sostituire il modello Murcielago della gamma Lamborghini. Rispetto al suo predecessore, ha una carrozzeria e un design degli interni leggermente modificati e, soprattutto, è alimentata da nuovi motori con una potenza massima notevolmente maggiore, che va da 700 a 760 CV. La Lamborghini Aventador presenta anche una scocca autoportante realizzata interamente in fibra di carbonio. C'erano tre varianti laterali principali della Lamborghini Aventador: LP-760-6 Dragon Edition, LP-720-40 50th Anniversario e LP-750-4 Super Volce. L'auto nella versione base (LP-700-4) è in grado di accelerare fino a 350 km / h e l'accelerazione da 0 a 100 km / h è di 2,9 secondi! Il prezzo della nuova Lamborghini Aventador è di 255mila. Euro. Si prevede che la produzione totale in serie si avvicinerà a circa 4.000 vetture.
1/350 Japan 4-Mast Bark Kaiwo Maru #3Kaiwo Maru è una nave giapponese di addestramento a quattro alberi. È stata costruita nel 1989 per rimpiazzare una nave omonima del 1930. La lunghezza fuori tutto è 110,09 m, la larghezza massima 13,80 m (45,3 ft) e la profondità 10,70 m (35,1 ft). Tonnellaggio dichiarato: 2.556. La propulsione è garantita da due motori marini diesel da 4 cilindri e da una velatura totale di 2.760 m² (29.700 sq ft). La potenza totale dei motori è di 3.000 hp (2.200 kW) che consentono di spingere la nave ad un massimo di 14,1 kn (26,1 km/h; 16,2 mph), con una andatura di crociera pari a 13 kn (24 km/h; 15 mph). La Kaiwo Maru ha un'autonomia di 9.800 nmi (18.100 km; 11.300 mi). I quattro alberi sono: il trinchetto, il maestro, e due alberi di mezzana. L'albero maestro è alto 43,50 m (142,7 ft) 7 ft). L'equipaggio è composto da 199 elementi.
1/700 Water Line Series No. 546 IJN Gunboat Seta / HiraImpostare era una cannoniera giapponese del periodo tra le due guerre e la seconda guerra mondiale. La chiglia di questa nave fu posata nell'aprile 1922 e il varo avvenne nel giugno dello stesso anno. L'unità entrò in servizio probabilmente nel 1923. La lunghezza totale della nave al momento del varo era di 54,9 metri e una larghezza di 8,2 metri. Il dislocamento della nave era di circa 250 tonnellate e la velocità massima non superava i 15 nodi. L'armamento di coperta - al momento del varo - consisteva in due cannoni da 80 mm e 6 mitragliatrici da 7,7 mm.Seta era l'unità di punta della classe di navi omonime, con un totale di 4 cannoniere. Questa classe di cannoniere fu costruita nell'ambito del programma di espansione della flotta giapponese approvato nel 1920 ed era una copia quasi esatta della cannoniera Toba, con dimensioni, armamento di bordo e aspetto esterno quasi identici. Si presumeva anche che le cannoniere Seta avrebbero operato principalmente sui fiumi e nelle zone costiere della Cina e del Giappone. La cannoniera di Set, degli anni '20, operava nelle acque e nei bacini stabiliti inizialmente. Ha anche preso parte alla guerra giapponese-cinese del 1937-1945. La cannoniera affondò a seguito dei bombardamenti del novembre 1944 nel porto di Shanghai. Tuttavia, il relitto della nave fu sollevato dal fondo e, dopo le necessarie riparazioni, entrò in servizio prima nella flotta della Repubblica di Cina e dal 1949 (sotto il nome di Min Jiang) prestò servizio nella flotta della RPC.
1/700 Water Line Series No. 547 IJN Gunboat Katata / HozuKatata era una cannoniera fluviale giapponese sotto la quale fu posata la chiglia nell'aprile 1922, varata nel luglio 1922 e commissionata alla Marina imperiale giapponese nell'ottobre 1923. La lunghezza della nave al momento del varo era di 56,1 m, la larghezza di 8,23 m e lo spostamento di circa 340 tonnellate. La velocità massima della cannoniera Katata era di 16 nodi. L'armamento principale al momento del lancio era 2 cannoni da 80 mm e 6 mitragliatrici da 7,7 mm. Nel 1940 e nel 1943, le mitragliatrici da 7,7 mm furono sostituite da mitragliatrici da 13,2 mm e, infine, da cannoni antiaerei da 25 mm.Katata era il secondo cannoniere più alto di Set. Navi di questo tipo (4 navi in totale) furono create come unità specializzate destinate alla navigazione interna. Fin dall'inizio si presumeva anche che avrebbero avuto un pescaggio e un dislocamento relativamente bassi, pur mantenendo un armamento a bordo abbastanza forte - per questa classe di navi. Naturalmente, ciò rendeva di fatto impossibile la navigazione in acque aperte e la navigabilità delle cannoniere di Set era bassa. Tuttavia, erano adatti per il ruolo per cui erano destinati. La cannoniera Katata fu costruita presso il cantiere navale Harima nella città di Aioi, e successivamente trasportata in sezioni a Shanghai e lì assemblata. La nave navigò sullo Yangtze per quasi tutti gli anni '20. Ha anche preso parte attiva alla guerra giapponese-cinese (1937-1945). Nel dicembre 1944 fu gravemente danneggiato da un raid aereo americano e nell'aprile 1945 la cannoniera Katata fu affondata.
1/350 Cutty SarkIl Cutty Sark è un clipper Scozzese con stazza di 963 tonnellate, varato il 22 novembre 1869 nei Cantieri Navali di Scott & Linton a Dumbarton, in Scozia. Navigò sulla rotta delle Indie per il commercio del tè e della lana.Deve il suo nome ("Cutty Sark" significa "camiciola, sottoveste" in lingua scozzese) alla polena che ne adorna la prua e che raffigura la strega semi-svestita Nannie, personaggio del componimento Tam O'Shanter del poeta scozzese Robert Burns.I clipper, specie quelli costruiti nella seconda metà dell'ottocento, erano forse le navi più belle mai costruite e rappresentarono l'apice dell'ingegneria marittima nell'"età d'oro delle vele". Il più noto di loro è senza dubbio "Cutty Sark". Questo veliero fu costruito nel 1869 su richiesta speciale del famoso armatore scozzese, il capitano John Willis, presso il cantiere Clyde. Il presupposto del progetto era quello di costruire una nave in grado di sconfiggere l'allora clipper più veloce "Thermopylae", varato solo un anno prima. Per raggiungere l'obiettivo prefissato, sono state utilizzate le ultime tecnologie e materiali di altissima qualità. Paradossalmente, furono i costi dei materiali e della manodopera altamente qualificata a far fallire l'appaltatore originario e la costruzione dovette essere completata da un altro cantiere navale vicino. Quando l'operazione fu finalmente completata con successo, si ottenne la nave più veloce dell'epoca che, grazie all'enorme superficie velica, raggiunse una velocità di oltre 17 nodi. Naturalmente, una performance così esagerata non era solo destinata a scopi di propaganda, ma anche ad essere utilizzata nella pratica. Il compito di Cutty Sark era trasportare il tè dalla Cina alla Gran Bretagna. Il tempo ha giocato un ruolo importante qui perché più velocemente il raccolto fresco veniva consegnato al mercato londinese, maggiore era il prezzo. Ogni anno il viaggio dalla Cina era una vera gara e allo stesso tempo un tormento per l'equipaggio, sollecitato senza pietà dal capitano, che, nella speranza di premiare denaro e prestigio, tentava ancora una volta di battere il record di velocità. I bei tempi per i clipper finirono alla fine del XIX secolo, quando non furono più in grado di far fronte alla concorrenza delle moderne navi a vapore. Il Cutty Sark ha incontrato il destino di molte altre navi alte. Nel 1895 fu venduto a una compagnia portoghese, dove servì per molti anni come vagabondo, e poi come chiatta senza vele. Nel giugno 1922, un lupo di mare in pensione, il capitano Dowman, acquistò la nave fatiscente e la rimorchiò in Inghilterra. Lì, dopo molti anni di lavoro, il Cutty Sark fu riportato al suo antico splendore, principalmente installando vele nuove, sebbene conformi alle originali, e nel 1938 il Thames Nautical Training College di Greenhithe fu presentato come nave scuola. Nel 1952 fu fondata un'associazione che lavorava per il Cutty Sark e fu su sua iniziativa che cinque anni dopo il leggendario veliero terminò finalmente la sua colorata carriera e si ancorò permanentemente al molo di Greenwich. Dati tecnici: Dislocamento: 2.100 t, lunghezza: 85,1 m, larghezza: 10,9 m, pescaggio: 6 m, velocità: fino a 17,5 nodi, equipaggio: 28-35 persone.
1/700 Water Line Series No. 557 Japanese Carrier-borne Aircraft Type 96 A5M4, D1A2 & B4Y1Molto spesso, la data di nascita dell'aviazione navale nella Marina Imperiale Giapponese (IJN in breve, giapponese Nippon Kaigun) è il 16 marzo 1923, quando il tenente Sunishi Kira atterrò nel suo aereo a bordo della portaerei Hosho, che peraltro entrò servizio un anno prima (1922). Va aggiunto, però, che nel corso degli anni '20 molti ufficiali della marina giapponese videro le portaerei come sostenitrici di corazzate e corazzate, tenendo presente il grande successo dell'ammiraglio Heihachiro Togo a Tsushima nel 1905. Anche il livello tecnico dell'allora velivolo di bordo giapponese non era il più alto. Tuttavia, questo stato di cose iniziò a cambiare negli anni '30 del 20 ° secolo, tra gli altri, a causa del successivo ammiraglio Isoroku Yamamoto, che percepì l'arma principale nella guerra navale nelle portaerei. Fu un forte sostenitore dello sviluppo dell'aviazione di bordo giapponese, che si tradusse nella costruzione o nell'ammodernamento di navi come Kaga, Akagi, Hiryu, Soryu e Zuikaku. Inoltre, le strutture aeronautiche giapponesi non solo raggiunsero i leader mondiali, ma iniziarono a stabilirne gli standard, incluso il famoso caccia Mitsubishi A6M Zeke o il siluro Nakajima B5N Kate. Questo intenso sviluppo portò al fatto che quando scoppiò la guerra nel Pacifico, l'IJN aveva 10 portaerei, su cui erano basate oltre 500 macchine di bordo, con equipaggi ben addestrati. I primi mesi di lotta nel Pacifico hanno mostrato quanto fosse pericolosa quest'arma. Va ricordato, però, che già durante quella guerra, l'IJN ebbe notevoli problemi, ad esempio, per sostituire l'aereo A6M Zeke su larga scala o per introdurre un successore di linea B5N di successo, ovvero il siluro B6N Tenzen. Inoltre, il processo di addestramento dei piloti di mare si è rivelato imperfetto ed è stato distanziato dalle soluzioni utilizzate nella Marina degli Stati Uniti.