Libro Slovensko Domobrantsvo (Guardia domestica slovena 1943-1945) - Witness To WarIl 24 settembre 1943 il generale Rupnik, con Anton Kokalj, Ernest Peterlin e Janko Kregar, costituì la Slovenska Domobranska Legija (Legione slovena delle guardie), appoggiata dai rappresentanti dei partiti politici prebellici della regione di Lubiana e la organizzò in 3 battaglioni. Va sottolineato però che mentre Rupnik era propenso a collaborare con i tedeschi ed era convinto della vittoria del Terzo Reich, Peterlin voleva formare un'unità pesantemente armata, con mitragliatrici pesanti, mortai e cannoni di vario calibro (con lo scopo segreto di avere una forza armata pronta a portare avanti una rivolta nazionalista e indipendentista), ma i tedeschi non approvarono mai un simile progetto. Per invitare i giovani ad arruolarsi, un vibrante appello, firmato dallo stesso Rupnik, è stato pubblicato lo stesso giorno sul principale quotidiano cattolico sloveno, 'Slovenec'. Il 30 settembre, in seguito all'occupazione tedesca della provincia di Lubiana, i tedeschi ribattezzarono la Legione Guardia Territoriale Slovena (Slovensko Domobranstvo in tedesco Slowenische Landwehr), assumendone di fatto il controllo.
Libro Reparti Corazzati Bulgari - Witness To WarUscita confitta dalla Prima Guerra Mondiale, la Bulgaria, a seguito dell'applicazione delle clausole del trattato di pace, non poté acquistare carri armati sino ai primi anni '30. A causa dell'industrializzazione delle cicatrici è necessario seguire tutti i nazisti nel loro processo di produzione. Vennero quindi acquistato dall'Italia i carri veloci CV33, dall'Inghilterra i Vickers Mk.E e dalla Cecoslovacchia i LT vz. 35. Dopo aver costituito i primi reparti, grazie alla Germania, nella cui sfera d'influenza la Bulgaria era entrata, furono poi acquistati carri armati francesi preda bellica tedesca, i Renault R35, e nuovi carri cecoslovacchi. Nel 1943, con la costituzione della Brigada Bronirana, arrivarono i Panzer IV e gli StuG III. Nel 1944, dopo il colpo di stato, la Bulgaria cambio alleanza, affiancando l'Armata Rossa nella liberazione della Jugoslavia e dell'Ungheria combattendo con i suoi reparti corazzati i tedeschi, fino al termine del conflitto nel maggio 1945.
Reparti albanesi nella Seconda Guerra Mondiale - Witness To WarIl 16 aprile 1939 Vittorio Emanuele III ricevette al Quirinale la Corona d'Albania. Il “Paese delle Aquile” e l’Italia fascista avrebbero così condiviso un destino comune. I cambiamenti istituzionali furono accompagnati dall'integrazione delle forze armate albanesi in quelle italiane. L’Albania riuscì a ricreare un esercito autonomo seppur piccolo solo dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Da quella data i tedeschi, interessati a controllare il territorio e a salvaguardare la neutralità dello Stato balcanico, confidarono nell’appoggio delle milizie locali antipartigiane e continuarono reclutare alcune migliaia di albanesi, molti dei quali kosovari, nelle unità di montagna delle Waffen-SS. Sul fronte opposto si rafforzò progressivamente la Resistenza albanese, che contava nelle sue fila anche diverse formazioni composte da soldati italiani.
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Vai al carrelloLibro Le divisioni di cavalleria delle SS - Witness To WarLa divisione Florian Geyer era nata come un’unità predisposta per combattere le forze partigiane ma si trovò a svolgere anche compiti di prima linea a cui non era preparata. Rispetto alle altre divisioni delle SS la Florian Geyer si trovò svantaggiata nei combattimenti regolari soprattutto per quanto riguardava la preparazione tattica degli ufficiali intermedi. Queste carenze furono sopperite, in parte, dal forte spirito di corpo degli uomini della divisione che non venne mai meno neppure alla fine, facendone così un unità d’élite. Le vicende della 22° divisione Maria Theresia rimangono strettamente legate alla terribile battaglia di Budapest. Questa unità delle SS seppe tenere testa alle preponderanti forze nemiche, questo malgrado che la formazione della divisione risalisse a soli pochi mesi prima della decisiva battaglia. La maggior parte dei suoi uomini era rappresentato da coscritti, inoltre, il suo armamento, non era certo dei più all’avanguardia. Nonostante ciò i suoi soldati preferirono l’annientamento totale piuttosto che la resa, dimostrando un valore non comune.
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Vai al carrelloL'operazione "Mincemeat" - Witness To WarNella preparazione dello sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943, denominato in codice Operazione "Husky", nel corso della primavera di quell'anno i Comandi d'intelligence britannici misero in atto misure molto elaborate per confondere il nemico circa la data e la destinazione dell'attacco. Tra l'altro, nella speranza di ritardare i rinforzi tedeschi alla Sicilia, di ridurre la minaccia aerea ai loro convogli d'invasione e di tenere le forze navali principali (navi da battaglia e incrociatori) lontane dalla zona della Sicilia, furono fornite ad arte, tramite agenti in nazioni neutrali come il Portogallo e la Spagna, false informazioni. Da parte degli Stati Maggiori delle Forze Armate italiane e dei Comandi tedeschi in Italia, l'operazione di sbarco degli Alleati in Sicilia era attesa. Benito Mussolini, il feldmaresciallo Albert Kesselring e il Capo del Comando Supremo generale Vittorio Ambrosio, nonostante ogni manovra di depistaggio degli angloamericani per ingannare italiani e tedeschi dal reale obiettivo di sbarco in Sicilia, erano convinti che l'invasione sarebbe avvenuta in quella grande isola. Tra le misure di depistaggio la più famosa ed elaborata fu l'operazione "Mincemeat": Glyndwr Michael, un gallese morto per edema polmonare, venne trovato in un obitorio e vestito della divisa militare sotto il nome di un fantomatico "maggiore William Martin dei Royal Marines". La sua morte fu simulata come causata da annegamento, avvenuto mentre si trovava in volo su un aereo che per un incidente sarebbe precipitato in mare presso le coste Atlantiche della Spagna meridionale, con falsi documenti confidenziali che indicavano come obiettivi di uno sbarco la Grecia e probabilmente anche la Sardegna. Il suo cadavere, trasportato da un sommergibile britannico, fu trovato dagli spagnoli sulla spiaggia di Huelva. I documenti che possedeva furono passati dagli spagnoli ad agenti tedeschi, e pervennero a Belino, che subito ne informò Roma. Ma il piano, osannato nei paesi anglosassoni come un successo eccezionale che avrebbe perfino condizionato l'esito della guerra a favore degli alleati, sviando l'attenzione dei tedeschi dal rafforzamento della Sicilia, non andò come essi credevano, tanto farci due film, romanzati e falsi. I Comandi italiani e tedeschi in Italia, a differenza di quanto avveniva a Belino (che inizialmente, in particolare Hitler, credette a quell'inganno), non abboccarono alla macabra messa inscena, come il lettore si accorgerà leggendo questo libro.
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Vai al carrelloReparti bersaglieri nella R.S.I.Lo sbando generale causato dall'Armistizio dell'8 settembre ebbe ripercussioni immediate anche sui reparti di Bersaglieri, sia presenti nella Penisola, sia all'Estero. I Bersaglieri però furono tra i primi a riorganizzarsi ed a riprendere le armi, sia al Sud, dove a fine settembre 1943 il LI Battaglione Bersaglieri d'istruzione Allievi Ufficiali di Complemento fu inserito nel Primo Raggruppamento Motorizzato, sia al Nord, dove in breve tempo si costituirono il Battaglione Bersaglieri "Mussolini", il Reggimento Bersaglieri "Luciano Manara" ed il 3° Reggimento Volontari.
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Vai al carrelloReparti Alpini nella R.S.I.Già nei primi giorni dopo l’armistizio in molte località in Italia e all’estero, singoli alpini o gruppi o interi Reparti organici, scelsero di continuare a combattere a fianco del vecchio alleato tedesco, venendo da questi utilizzati o nei loro Reparti o autonomamente. Costituitasi la Repubblica Sociale nel Nord Italia e la struttura dell’Esercito Nazionale, con l’emanazione dei bandi di arruolamento, il forte afflusso dei volontari e la scelta dei militari internati di rientrare in servizio nel nuovo Esercito, si dette l’avvio alla costituzione delle Forze Armate della R.S.I. nelle quali svolsero un ruolo primario gli Alpini, nonostante le difficoltà per l’approvvigionamento dei materiali militari.
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Vai al carrelloI carristi di MussoliniIl Gruppo Corazzato “M” "Leonessa" della G.N.R. costituì un unicum tra le Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana. Infatti, fu il più consistente e operativo dei pochi reparti dotati di mezzi corazzati, anche di circostanza, operando soprattutto nella lotta antipartigiana. Ma il "Leonessa" discendeva direttamente dall'omonimo Gruppo Carri che, prima dell’Armistizio, faceva parte della 1ª Divisione Corazzata "M" della M.V.S.N., costituita da personale fedele al Duce, rinominata dopo il 25 luglio 136ª Divisione Corazzata "Centauro II". Dopo la resa italiana, tutto il materiale della Divisione fu incamerato dai tedeschi, inclusi i Panzer III, i Panzer IV e gli Stug.III del “Leonessa”. Ma parte degli effettivi della Divisione rifiutarono di combattere contro gli ex-alleati e, rimesse le "M" rosse e la camicia nera si misero in cerca di armi e carri armati nelle caserme italiane ormai vuote, per continuare la guerra accanto ai tedeschi.
AERONAUTICA NAZIONALE REPUBBLICANA A.N.R. 1943-1945In questo libro l’autore descrive al meglio l’organizzazione e la storia dell’Aeronautica Militare Italiana che dopo l’armistizio nel 1943 rimase sotto il comando di Benito Mussolini e alleato della Germania: l’Aeronautica Nazionale Repubblicana (ANR). Lo studio parte dal suo fondatore il tenente colonnello Ernesto Botto, con il ritorno di oltre 1.000 aerei italiani sequestrati dalla Luftwaffe dopo l’armistizio cui si aggiunsero poi molti aerei tedeschi come i Bf109. Gruppi di caccia, gruppi di bombardieri, trasporti, ecc. Capitoli tutti descritti in ordine cronologico per quanto riguarda la loro storia e operazioni dalla fine del 1943 ad aprile 1945. Diverse mappe a colori , molte foto di assi italiani e dei loro aerei. Otto stupendi profili molto dettagliati compongono il libro.